Marlene si trova a casa, seduta sul divano, che è diventato il suo lettino da quando tutta la sua vita è andata a belle donne e boh... Quando sente il telefono squillare, visto che ce l’ha ancora in mano, ha l’istinto di accettare la chiamata e di portarsi il cellulare all’orecchio: «Pronto?» mormora e boh... Ha una vocina così debole che sembrerebbe quasi sia svegliata adesso. Quando in realtà, dorme poche ore per notte da tempo immemore.
Non è dato sapere cosa gli sia preso, ma Mervin ha lasciato squillare il telefono per oltre tre secondi, lottando con il buon senso che gli suggeriva di lasciar perdere. Sentire la sua voce, dopo giorni, sembra fiaccarne le difese e dal suo sguardo traspare una profonda commozione: «Marlene?» domanda quasi con timore, le labbra si schiudono, si tendono nello sforzo: «Mi è mancata la tua voce.» afferma con la voce bassa ed incerta, si alza sui cuscini per tenere sollevato il busto, il movimento gli provoca uno spasmo al braccio sinistro: «Sogno di ucciderti ogni notte.» non può trattenersi dal mormorare, deglutisce e tace con un sospiro profondo, il tono è paradossalmente più disperato che irato: «Ho paura che tu possa... Odiarmi.» ogni parola esce con fatica, con sofferenza: «Io voglio ucciderti.» ripete.
Marlene sorride, senza nemmeno rendersene conto, a sentire la voce di Marvin: «Sì, sono io…» sussurra con lo stesso vocino sottile sottile, intanto che sente già gli occhi bruciare in una maniera portentosa: «Come stai? Senti male?» gli chiede di getto: «Anche la tua voce mi è mancata tanto.» Ovviamente questo glie lo dice prima di strizzare gli occhi a quella mezza confessione. Eh beh, se lo immaginava, e ora ne ha le prove: «Lo so. Lo so. Ma non sei tu.» cerca di confortarlo: «É questo male a farti fare certi sogni, non badarci. Non sei tu…» Tira su con il naso e tossicchia nella speranza di dare un minimo di stabilità al tono di voce: « NO!» scatta: «COOPER METTITELO BENE NELLA TESTA, NON POTREI MAI ODIARTI, MAI. PER NESSUNA RAGIONE AL MONDO!» non ha urlato, nonostante il maiuscolo, ma ha alzato il tono di voce da bisbigliato a normale. Prende fiato, prima di sospirare un «Ti amo anch' io.»
Mervin vorrebbe scuotere la testa con maggiore vigore, ma l'occhio sinistro inizia a dargli fastidio e la fitta al braccio si placa troppo lentamente: «Non sto molto bene.» deve ammettere, digrigna i denti e piega le ginocchia sotto le lenzuola del suo letto: «Io so che lo farai, prima o poi...» sentenzia cupo, poco più di un ringhio «Quando vedrai che sarò io a toglierti la vita. Non importa dove ti nascondano, quanto alla svelta tu sappia scappare. Io ti raggiungerò, prima o poi e mi odierai.» prosegue incapace di contenersi: «Io ti amo e non mi vorrai più con te: come potrai?» domanda retorico, perché essendo morta sarà a fars...

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