Marlene chiude gli occhi, cerca di fare come l’è stato detto, di entrare in comunione con quella parte che ha iniziato a non guardare senza paura solo da qualche giorno. Si concentra sul respiro, il battito cardiaco, cerca di buttare fuori quel potere che sente sopito e alla fine succede. Un minuscolo lucore inizia a brillare al centro del suo petto e seguendo pulsazioni quasi cardiache si spande per tutto il suo corpo seguendo la strade delle vene e delle arterie. La luce interna rischiare la sua pelle, fa sbiadire ogni imperfezione, lasciando un incarnato di un bianco quasi goloso. Fiocchi di neve iniziano a circondarla, richiamati dall’energia ancora acerba di Azrael sfiorano la sua pelle come piccole carezze. Prima sporadici, e poi sempre più fitti, come una piccola tempesta in miniatura che si muove in maniera innaturale attorno alla figura immobile dell’angelo, vanno a costruire lo scheletro di un mantello che si tinge di nero e cade attorno alla sua figura, coprendo il capo e la parte superiore del viso con un ampia falda. Oltre la sua schiena, un ampia intelaiatura dorata si forma e prende a muoversi lentamente. I fiocchi di neve si concentrano lì, come minuscolo farfalle, aggregandosi e dando forma a piccole piume bianche sfumate d’oro sulla punta. Le ali si spalancano quando prendono consistenza, spazzando via la neve che le ha costruite facendola svanire in polvere. A mutazione completata, apre gli occhi e alza leggermente la testa mostrando il suo viso. Paffuto come quello di Marlene, ma differenziato da lei da occhi blu e da ciuffi di capelli di un castano rossiccio appena più lisci rispetto a quelli del suo tramite. [Mutazione_Avviamento]
Rebecca annuisce impercettibilmente e ha compreso l’errore commesso, rimediando con quella mini guida casereccia sul come trovare il pennuto che c’è in te. La voce di Rebecca suona leggera, un roco quasi cullante che guida Marlene al suo Angelo e congiunge le due parti della stessa essenza. E’ strano descrivere cosa si prova in quell’unione, per alcuni è calore, per altri è casa e per lei è ha significato il completamento. L’aura di Lene è una brezza che ha imparato a conoscere e per riflesso della mutazione si solleverà quanto basta a manifestare il suo potere e Jeliel, come una madre premurosa, le risponde con il suo tocco amorevole. La osserva, facendosi indietro di qualche passo, sul viso un sorriso soddisfatto, compiaciuto, di chi sta osservando un figlio crescere nel migliore dei modi. [ Azrael… ] E’ la voce di Jeliel, profonda e con il riverbero di voci femminili in sottofondo, dalle sfumature diverse ogni volta che parla. [ E’ un piacere vederti. ] Il mormorio leggero, soave...
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