Roscoe non dice nulla sulle prime, limitandosi a tenere la linea delle labbra chiusa ma morbida, anche se a tratti tende, con un angolo degli incisivi superiori, a tormentarsi un piccolo lembo del labbro inferiore. Fino a sentire l'aroma ferroso del sangue sulla punta della lingua.- Perché non avrebbe dovuto? -Batte le palpebre una volta sola, forse per metterla meglio a fuoco, per scacciare di un briciolo il senso di bruciore perpetuo agli occhi. Quello che Marlene dice dopo lo infastidisce ad un livello molto intimo, che traspare solo da un lieve aggrottarsi della sua fronte, dove la pelle si increspa piano interrotta dai vecchi segni di sutura ormai rimarginati da tempo.- ...io... -Oh, no, Ross, non lo fare. Non confessare ad un'estranea Quella Cosa. Inghiotte a vuoto, piano - potrebbe recitare, potrebbe essere sincero. Vero. Il punto è che i suoi occhi si fanno un po' lucidi e tentennano smarriti guardando il cancello del parco, là in fondo. L'ombra delle sbarre tratteggiata dalle luci della strada vicina.- ...beh... avrai presente cosa succede a quelli come me quando hanno la sfortuna di incrociare una manciata di figli di puttana sbronzi... -Non cerca subito il suo sguardo, mentre quello stesso soffio d'aria fresca gli smuove le ciocche fucsia sulla fronte.- L'uomo che ha contagiato me era lucido. Soffriva molto, e sapeva di avere il potere di far soffrire qualcun altro tanto quanto lui. Se non di più. E ha scelto me. -Ora cerca lo sguardo Marlene, fermando un istante la punta della lingua fra i denti.- ...ha pensato che me lo meritassi. Che meritassi di rivivere quella notte in loop per settimane. Mesi. -Si sporge verso di lei - parecchio - facendo cigolare il seggiolino, le catene.- L'unica cosa che mi consola, è che non fosse sul serio *un uomo*. -Sibila, cercando un affondo più pieno negli occhi della Gatta. E' vero, non ha certezze, ma non gli servono per dare spettacolo del proprio esaurimento nervoso con il prossimo. Tanto, tra un mese, se non sarà guarito, verrà soppresso con un colpo di pistola alla nuca. Come una vacca malata. Inutile.- E tu... tu che cosa sei? -Soffia, con una gentilezza... strana. Ha solo i pugni stretti attorno alle catene. Solo quello.
Tutto quello ha del paradossale. Quando Marlene ha passato la serata in compagnia di Manny, lei non aveva la minima idea di stare intrattenendosi con un inquisitore, ma ora. Ora ce l’ha, ma nonostante tutto non pare impensierita da questo. Non pare che voglia mettere spazio fra loro, anche se la discussione ha preso una piega pericolosa che potrebbe farla scoprire. Rimane al suo posto, in silenzio, stringendo le catene con entrambe le mani in una presa morbida, per nulla nervosa. Sposta lo sguardo verso Roscoe, quando sembra volerle rispondere e rimane a guardarlo, studiandolo con quel visetto pallido, mit...

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